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Spinòsa è un piccolo paese arroccato sulla Murgia pugliese, circondato dal nulla, senza contatti con il mondo esterno, fuori dal tempo e dallo spazio, sul cui sfondo si muovono personaggi ambigui, patetici e inquietanti. Qui, nel giugno del 1986, si abbattono con inaudita violenza eventi in apparenza scollegati fra loro: un'ondata di grave siccità che mette in ginocchio la povera economia del paese, un bambino vittima di possessione diabolica, un'inspiegabile invasione di corvi, infine un efferato omicidio.
Il delitto, in una casa ermeticamente chiusa dall'interno senza che dell'assassino ci sia la minima traccia, porta il paese a sprofondare in un clima inquietante e malato.
“Immagina un delitto in luogo chiuso. Porte e finestre sono sbarrate dall'interno. E nessuno avrebbe potuto uccidere in quelle condizioni e nessuno avrebbe potuto fuggire. Eppure è accaduto. Immagina folate di paura e di angoscia, calde come il vento del deserto che preannuncia la tempesta. E la convinzione che ci sia nell'aria un'entità malvagia, si aggiri per le strade del paese e sparga i suoi semi di distruzione e di morte”.