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Antonio Cederna nasce a Milano nel 1921, si laurea in archeologia nel 1947 e dal 1949 scrive su Il Mondo, di Mario Pannunzio. Qui pubblica una serie di articoli che documentano il modo perverso in cui stanno crescendo le città italiane. Fra gli esempi più importanti, la campagna di stampa sulle speculazioni lungo l’Appia Antica a Roma, la prosecuzione degli sventramenti fascisti a Roma, a Milano e in altre città italiane, la nascita di periferie inospitali, l’abbandono di ogni concetto di pianificazione urbanistica. Il volume ripercorre la vita e il pensiero di Cederna sin dalle prime battaglie contro i monopoli e la rendita fondiaria, ancora oggi attualissime visto l’attacco al paesaggio in atto nel nostro paese. La sua biografia è complessa e affascinante: dal 1966, quando Il Mondo chiude, scrive su testate come Casabella e Abitare e dal 1967 è assunto al Corriere della Sera, dove prosegue le sue inchieste sulla distruzione del paesaggio italiano, sulle manomissioni dei centri storici e sulla cattiva urbanistica. Nel 1981 passa a Repubblica e a L’Espresso. Muore a Sondrio il 27 agosto 1996.