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Due grandi fotografi italiani, Ando Gilardi (scomparso pochi mesi fa) e Pino Bertelli, lontani per età ma vicini per approccio e visione artistica, si confrontano su importanti questioni legate alla fotografia, all'etica professionale e, in generale, alla società . Questo pamphlet ironico e profondamente acuto, arricchito da numerose opere dei maggiori fotografi del Novecento, si propone di ripercorrere la storia recente della fotografia e di creare una serie di pungenti situazioni creative in opposizione alla società dello spettacolo, al suo modo di intendere l'arte e la rappresentazione umana. Una sorta di scambio epistolare tra due amici e colleghi che diventa una critica radicale di coloro che pensano la fotografia come una sorta di sacralizzazione del consenso e del successo. È una provocazione e un atto di accusa nei confronti di quanti hanno reso mercimonio la fotografia, quell'arte da "magnifici randagi" della filosofia libertaria o non genuflessa alle regole del mercato (come lo stesso Ando Gilardi diceva).