Dettagli
“Le mie simili, spero, vorranno scusarmi se le considero delle creature razionali piuttosto che adularne le grazie seducenti e trattarle come se fossero in uno stato di perpetua fanciullezza, incapaci di sostenersi sulle proprie gambe. Desidero ardentemente mostrare in che cosa consistano la vera dignità e la felicità umana. Desidero convincere le donne a impegnarsi per acquisire forza, sia fisica che mentale, e persuaderle che frasi tenere, suscettibilità del cuore, delicatezza di sentimenti e rffinatezza del gusto sono pressoché sinonimi di debolezza, e che chi è unicamente oggetto di compassione e di quel tipo di amore che è suo parente diventerà presto oggetto di disprezzo.”
Scritta nel 1792, la Rivendicazione dei diritti della donna è uno dei primi documenti di filosofia femminista ed è opera della scrittrice e intellettuale londinese Mary Wollstonecraft (1759 – 1797), donna dalla vita intensa e breve, nonché madre di Mary Shelley, l’autrice di Frankenstein. Nella Rivendicazione, della quale riproponiamo qui l’introduzione, la pensatrice affronta la questione dell’educazione e dell’istruzione negata alle donne, pone al centro il riscatto sociale femminile, rifiutando la debolezza a cui è costretto il corpo della donna, e riflette sulla sua condizione con grande ironia e lucidità, ma soprattutto con una modernità che spazza via i due secoli che ci separano da lei.