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“In ogni tradizione”, spiega, “lo sciamano compie un ‘volo magico’ attraverso i vari livelli del cosmo, superando ostacoli e difficoltà sempre crescenti, fino a raggiungere un certo grado di conoscenza. Dopodiché ritorna indietro, portando ciò che ha ottenuto a beneficio di tutti. Mantiene così un equilibrio sociale. Vuole compiere il viaggio non per sé, ma per gli altri”.
Che cos’hanno in comune le ricerche sul mito di Joseph Campbell, gli esperimenti performativi di Joseph Beuys, i saggi esoterici di Elémire Zolla e i rave techno? Apparentemente nulla. Eppure, una linea che unisce i puntini è stata tracciata da Matteo Guarnaccia nel suo nuovo libro Sciamani. Istruzioni per l’uso culturale, in uscita per Shake Edizioni.